Intelligent design

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Docente: Nazzareno Ulfo
Titolo: Intelligent Design, il ponte fra scienza e teologia
Autore: William A. Dembski
Casa Editrice: Alfa e omega
Anno: 2007
Compito richiesto: Le note di lettura devono riguardare: Uno dei capitoli (a scelta) della seconda o della terza parte. Pp. 129-360.
N.B. Le Note di lettura devono riportare le indicazioni bibliografiche precise del testo e i concetti salienti espressi dall'autore sia attraverso citazioni dirette, sia attraverso sintesi proprie. Nel capitolo preso in considerazione, l’autore comincia con il paragone tra natura e creato ed evidenziando alcune caratteristiche dei due termini.
Quando l’autore scrive della natura essa è l’oggetto dello studio degli scienziati, invece quando parla del creato esso è l’oggetto di studio del teologo.
In genere i due concetti sono molto spesso usati come se fossero sinonimi, ossia due termini per identificare la stessa cosa.
Ma l’autore invece sottolinea che nei due ambiti di studio i due termine sono distinti.
Quando gli scienziati parlano di cosa è la natura essa è definita come il mondo fisico o materiale, il regno dello spazio, del tempo e dell’energia; definito anche la realta di leggi naturali.
In sintesi parlare della natura è considerarla autosufficiente in grado evolversi, svilupparsi senza il coinvolgimento di una mano esterna.
Lo scienziato trova difficoltà a dover usare il termine creato perché significherebbe ammettere che c’è un creatore, e usando i termini del libro “ il creato è pur sempre il frutto di un gesto divino” (pag. 129), cosa che la scienza non ammette. Infatti, definendo la natura come autosufficiente vorrebbe dire che Dio è irrilevante non è necessario è una ipotesi.
Lo scenziato cerca di capire l’ordine che Dio ha messo nel mondo ma non il loro rapporto, è ciò ne consegue la seguente domanda che ancora oggi gli scienziati cercano di rispondere con teorie e non con risposte definitive, ed è la seguente: “ Da dove è venuto l’ordine del mondo?”
Le Scritture oltre a presentarci come risposta che Dio è il Creatore del creato ma ci mostra anche l’azione di Dio nel creato e coloro che accettano e credono a tale risposta vengono chiamati “spirituali” ( 1 Corinzi 2:15) , invece coloro che non vedono l’azione di Dio sono chiamati “ naturali” ( 1 Corinzi 2:14) quindi coloro che fanno una separazione tra Dio e il mondo e ciò è l’essenza della caduta del mondo.
Coloro che non vedono l’azione di Dio, sono chiamati naturalisti e l’idea che il mondo sia autosufficiente e detta “naturalismo”.
I naturalisti sostengono che non è necessario appellare in ogni ambito del naturale, Dio, ma il mondo si comprende meglio senza Dio quindi avendo loro scisso tutto ciò ne consegue che io non devo rendere conto a un Dio che condanna il peccato, ma bisogna rendere conto solo alle leggi della natura.
In sostanza, i naturalisti creando una separazione tra Dio e il mondo non fanno altro che cadere nel pericolo della idolatria, lo stesso naturalismo conduce all’idolatria. Se pensiamo che l’idolatria nelle Scritture è universalmente condannata, basti pensare che gli antichi ricreavano immagini scolpite che poi veneravano, gli stessi elementi naturali venivano deificati ( da questo vediamo come l’atteggiamento scientifico diventa religioso),eppure dare più importanza di quella che si merita alla natura stessa che a Dio è idolatria.
Questo passaggio ci ricorda le parole dell’apostolo Paolo quando leggiamo la lettera ai Romani 1,18-25, che in effetti l’autore del libro in questione riporta con queste parole:
l’idolatria è sempre una negazione del Creatore, poichè mette il creato al di sopra del Creatore, e in questo modo trasforma il creato in natura. pag.134
Quindi, se si potesse fare un parallelo, potremmo considerare quei idoli che la natura personifica che non possono offrire certezze e garanzia, al naturalista ( scienziato) che pone teoria e non certezze. Quando invece il Dio della creazione è fedele, adempie le sue promesse perché il mondo è soggetto a lui e non viceversa e di conseguenza a Lui spetta l’adorazione (pag.135).
Il naturalismo occidentale non vuole definire che DIo non esiste, ma che non è necessaria la sua esistenza.
Ma come possiamo sconfiggere il naturalismo?
Per prima cosa dobbiamo capire l’interazione di Dio con il mondo, quali prove abbiamo?
I teisti dicono che il naturalismo è falso, e che la natura non è indipendente. Dio creò la natura e tutte le leggi che ne fanno parte. E non solo ha creato il mondo, ma lo sostiene anche. ( Daniele 5:23) pag. 137
Se vogliamo rispondere a questa domanda non basta solo basarci sulla convinzione, ossia atto di fede, che Dio esiste e neanche solamente la teologia e la filosofia possono soddisfare le prove empiriche ma in questo caso bisogna farsi dare una aiuto dalla scienza, ma con la condizione che investighi nei limite delle cause intelligenti e non focalizzarsi unicamente alla cause naturali perché non servirebbe a nulla.
Qui entra in gioco un nuovo programma scientifico chiamato Intelligent design che all’interno della biologia cerca di spiegare le origini e lo sviluppo biologico affermando che sono necessarie delle cause intelligenti affidabili per deternimare le involontarie cause naturali.
Quindi l’Intelligent design è una teoria d’informazione e pienamente scientifica che permette di individuare e misurare l’informazione, spiegarne l’origine e tracciarne il flusso senza speculare. pag 140-141
Quindi l’intelligent design, individua l’intelligenza senza speculare sulla natura dell’intelligenza.
Questo è un punto forte dell’Intelligent design, il fatto di distinguere il progetto dallo scopo,ossia sapere cosa è progettato ma senza necessariamente conoscere lo scopo finale del progetto.
Oltre a questo l’Intelligent design si inserisce anche nel dibattito tra creazionismo e evoluzionismo.
Per l’Intelligent design, per quanto è importante come sono esistiti gli organismi, ma molto di più si focalizza se in questi organismi vi è traccia d’intelligenza.
L’Intelligent design è incompatibile con l’evoluzione teistica, in quanto crea una tensione tra teismo e evoluzione. L’evoluzione teista enfatizza il fatto che Dio ha creato la vita attraverso i mezzi illustrati da Darwin, quindi il proposito di Dio è quello di nascondere il suo scopo nella creazione. L’evoluzionismo teistico crede che l’universo sia progettato, ma il progetto presente può essere compreso solo con gli occhi delle fede ( pag. 146).
Per anni nella storia della chiesa, molti pensatori cristiani hanno considerato che il nostro intelletto non era in grado di comprendere la traccia di DIo nel mondo fisico come Tertuliano e Occam, mentre altri lo considerano capace dal mondo fisico di estrarre una qualche conoscenza di Dio come Tommaso d’Aquino.
L’attuale moda teologica preferisce un Dio evoluzinasta, inaccessibile all’indagine scientifica, a un Dio archittetto lei cui azioni sono chiaramente individuabili.
Se Dio ha organizzato il mondo fisico, come possiamo trovare le prove della sua esistenza???
La risposta è mettere alla prova il nostro intelletto e vede se è in grado di produrre delle prove conclusive dell’esistenza del progetto.
Quindi, l’Intelligent deisgn mette all’opera il nostro intelletto confermando che c’è una intelligenza superiore che è responsabile del mondo fisico.
Quindi il punto che differenzia in maniera sostanziale queste due posizioni è l’accessibilità del progetto da parte nel nostro intelletto.
Per i darwinisti e per l’Intellegent design l’evoluzione teista è superfluo. Per i naturalisti, il teismo forza troppo la mano considerando che Dio sia la guida di ogni processo in natura, quando invece ogni processo naturalistico è autonomo.
Tre sono le parole che la critica dei teorici del processo analizzano: creazione, evoluzione e scienza.
Se guardiamo le prime due, i loro significati sono molteplici;
la creazione può avere il suo significato letterale nei sei giorni descritti in Genesi 1 e 2, ma può avere anche un significato più ampio;
l’evoluzione come processo naturalistico che senza un scopo, attraverso mutazione e selezione naturale ha prodotto tutte le cose viventi, ma può anche significare che gli organismi si sono modificati nel tempo.
In quello che è il dibattito tra creazione e evoluzione abbiamo le due concezioni chiamate evoluzione naturalistica e Intelligent design, che affermano entrambi di partire da dettagli ben definiti ma con entrambe viene posto il seguente quesito se nella storia naturale vi sono tracce d’intelligenza che portano a deduerre un progetto. In base la risposta si può comprendere se si abbraccia l’evoluzione naturalistica oppure l’Intelligent design.
Per i darwinisti, entrambe le due concezioni sono rifiutate e destinate al fallimento.
Uno dei fondatori della sintesi neo-darwinista George Gaylord Simpson afferma:
Sebbene ci siano ancora da definire alcuni dettagli, è ormai evidente che tutti i fenomeni osservabili della storia della vita possono essere spiegati attraverso fattori puramente naturalistici o, nel vero senso di una parola un pò abusata, materialistici. [ i fenomeni osservabili della storia della vita] possono essere spiegati sulla base della riproduzione differenziale nella popolozione [ vale a dire la selezione naturale] e dell’interazione fondamentalmente casuale dei noti processi di ereditarietà [ vale a dire la mutazione casuale, l’altro elemento fondamentale della teoria darwiniana]. L’uomo, pertanto, è il risultato di un processo naturale privo di scopo, che non mirava affatto a produrlo.
La sicurezza dei darwinisti in questa affermazione deve essere vista alla luce della terza parola che è la scienza.
La scienza ad oggi, è considerata l’unica forma di conoscenza universalmente valida nella nostra cultura, ma per i darwinisti relegando l’Intelligent design in campi diversi dalla scienza, prelude che l’evoluzione naturalistica sia unica strada percorribile che porti a delle prove empiriche, ma queste prove sono considerate deboli.
Quindi, se l’evoluzione naturalistica e l’Intelligent design non sono in grado di dare una risposta, permane ancora la domanda: in che modo la vita ha avuto origine e si è sviluppata?
Alcuni filosofi della scienza come Thomas Kuhn e Larry Laudan sottolineano che un paradigma scientifico per scomparire c’è bisogno di un nuovo paradigma pronto a sostituirlo.
L’evoluzione naturalistica è il paradigma predominante e l’unica alternativa che può sostituirla è l’Intelligent design.
Il naturalismo è la potologia intelletuale della nostra epoca e se vogliamo dimostrare la falsità del naturalismo, dobbiamo identificare caratteristiche ossrvabili del mondo che dimostrino il progetto ( pag 158 ).
In attacco al naturalismo, l’Intelligent design presenta una critica scientifica che evidenzia insufficienze empiriche delle teorie evoluzioniste naturalistiche, e una critica filosofica che dimostra che il naturalismo è una ideologia metafisica senza fondamento empirico.
Un’altro punto di attacco, l’intelligent design è un programma di ricerca scientifica, cioè che indaga sistematicamente gli effetti di presunte cause intelligenti.
L’Intelligent design è una scienza che è ancora negli albori della sua esistenza, ma ha tutte le carte in tavole per ostacolare i naturalisti che continuano ad opporre resistenza, ma grazie ad vari studiosi come l’autore del libro in analisi, l’Intelligent design sta compiendo passi significativi.
Darwin con la sua teoria dell’evoluzione ha posto nell’arco della storia della creazione, un Dio assente ed una storia creazionale fatta di processi naturali spontanei ed indipendenti.
Ma come scrive Malcom Muggeridge nel suo libro The End of Christendom: << Personalmente, sono convinto che la teoria dell’evoluzione, soprattutto nel modo in cuo viene applicata, sarà uno dei grandi scherzi narrati nei libri di storia del futuro. I posteri si meraviglieranno che un’ipotesi così debole e dubbia possa essere stata accettata con tanta, incredibile, credulità>>.
I posteri sono la generazione di oggi.
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