Untitled Homily
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La maggior parte dei testimoni greci traduce solo רעתכם, piuttosto che רעת רעתכם, e interpreta il sostantivo sia al singolare che al plurale. In particolare, gli unciali A Q V, il sottogruppo lucianeo lII e i minuscoli non lucianei (tranne 86 e 239) presentano il plurale κακιῶν ὑμῶν (= G*, sia Rahlfs che Ziegler; Eusebio di Cesarea: τῶν ἀδικιῶν ὑμῶν, O malitiarum uestrarum), mentre i testimoni luciani L′ (+ 86 Th. Tht.), 239, georgiano e l'antico latino La173 presentano il singolare τῆς κακίας ὑμῶν (= malitiae uestrae).
La spiegazione più semplice è che la maggior parte dei testimoni greci abbia omesso la traduzione di uno dei due termini dal testo ebraico, ritenendolo ridondante. Ma si può ipotizzare che le traduzioni greche con un unico termine (singolare o plurale) siano riconducibili a un Vorlage ebraico più breve, che presentava un unico sostantivo, רעתכם, che in seguito è stato sottoposto a dittografia. Nei testimoni greci, infatti, l'uso dei due equivalenti ἀδικία e κακία per ciascuna delle due parole ebraiche, se non dovuto alla variatio, potrebbe essere ricondotto alla sovrapposizione di diverse rese in strati testuali distinti. Se così fosse, il greco antico presentava traduzioni al singolare (L′-86 Th. Tht., 239, Geo, La173) o al plurale (G*, Eusebio e O), successivamente allineate alla MT in un numero esiguo di testimoni, attraverso la traduzione della doppietta רעת רעתכם, e l'utilizzo di diversi equivalenti greci per il termine mancante. B, La176, H e la versione achemica, infatti, sembrano testimoniare in modo indipendente uno strato successivo di espansione testuale (ἀδικίας κακιῶν ὑμῶν, malitiae iniquitatum uestrarum = [τῆς] κακίας [τῶν] ἀδικιῶν ὑμῶν, τῆς κακίας operum, rispettivamente).
In questo passo, la lettura luciana di La173 è certamente più antica di quella di La176.