1. Il perdono incondizionato

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Il perdono incondizionato:

Quando l’amore della verità si scontra con la verità dell’amore:

Introduzione

Oggi vorrei parlare ad un gruppo di persone molto specifico nella chiesa, ossia quelle che sono mai state offese nella loro vita. C’è per caso qualcuno o qualcuna qui oggi che è mai stato insultato, oltraggiato, ingiuriato, disonorato, umiliato, diffamato or altrimenti violato da un'altra persona? Da un fratello o una sorella in Cristo? Ecco, il messaggio di oggi è per te!

La mia tesi è semplice: troppo facilmente noi credenti, quando offesi, diventiamo noi colpevoli davanti a Dio perché ostacoliamo la riconciliazione, non sopportando i torti fatti a noi. Questa mancanza si può manifestare in diversi modi, ma particolarmente nel non voler perdonare se prima l’offensore non abbia chiesto perdono.

La questione

La questione se dobbiamo perdonare un fratello che non chiede perdono, è abbastanza discussa nelle chiese. Di solito il dibattito si base sul modo in cui il Signore perdona:

·         Gruppo A: Prima che Dio perdona qualcuno, vuole che la persona si umilia davanti a Lui, ravvedendosi e chiedendogli perdono per i suoi peccati.

2 Cr 7:14  se il mio popolo, sul quale è invocato il mio nome, si umilia, prega, cerca la mia faccia e si converte dalle sue vie malvagie, io lo esaudirò dal cielo, gli perdonerò i suoi peccati, e guarirò il suo paese.

Quindi, prima di perdonare un fratello, questi deve chiedere perdono.

·         Gruppo B: Nel sangue di Cristo il perdono è già stato effettuato per tutte la anime. Chi va a Dio per chiedere la remissione dei debiti, non effettua il perdono ma si appropria di esso, il quale esiste già.

Ro 5:18-19   18 Dunque, come con una sola trasgressione la condanna si è estesa a tutti gli uomini, così pure, con un solo atto di giustizia, la giustificazione che dà la vita si è estesa a tutti gli uomini.  19 Infatti, come per la disubbidienza di un solo uomo i molti sono stati resi peccatori, così anche per l' ubbidienza di uno solo, i molti saranno costituiti giusti.

In questo brano, vediamo che mediante un solo uomo (Gesù) “la giustificazione che dà la vita si è estesa a tutti gli uomini”. Affermiamo che “tutti” non è solo iperbole, ma letterale, perché è analogo a come tutti sono resi colpevoli mediante la disubbidienza di un solo uomo (Adamo).

In altre parole, il perdono (compreso nella giustificazione) esiste già per tutti, grazie alla morte di Cristo. Ma è anche vero che non tutti vengono a Gesù per essere costituiti giusti/perdonati (v. 19). Respingendo il dono di Dio, questi non si appropriano del perdono. Di conseguenza, non vengono riconciliati con Dio e muoiono nei loro peccati.

Ecco, la discussione in linea di massima. Vi avverto subito la mia posizione sulla questione: Sia gruppo A sia gruppo B ha ragione. Le due posizioni sono due lati della stessa medaglia. Ma quando parliamo della questione dal punto di vista della persona offesa, dobbiamo sottolineare la posizione del gruppo B.

Il ragionamento biblico sul quale dobbiamo basare la pratica del perdono incondizionato

La ragione biblica per cui il perdono debba essere praticato incondizionatamente è che esso non si basa sul rapporto tra il credente offeso e il suo offensore, ma sul rapporto tra la persona ferita e Dio: 

Ef 4:32 Siate invece benevoli e misericordiosi gli uni verso gli altri, perdonandovi a vicenda come anche Dio vi ha perdonati in Cristo. (Vedi anche Cl 3:13).

Nel testo greco di Efesini, l’imperativo tradotto «perdonandovi a vicenda» significa letteralmente: «concedete senza compenso la grazia gli uni agli altri». La concessione della grazia è “senza compenso” e ha come modello il perdono che Dio ha concesso a noi in Cristo, quando noi eravamo senza forza (Ro 5:6), nemici di Dio (Ro 5:10) e addirittura ancora trasgressori impenitenti (Ro 5:8).

Ro 5:8  Dio invece mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.

In altri brani, questa stessa grazia immeritata e incondizionata viene vista come il modello per cui i credenti devono comportarsi gli uni con gli altri:

1 Cor 6:7 Certo è già in ogni modo un vostro difetto che abbiate fra voi dei processi. Perché non patite piuttosto qualche torto? Perché non patite piuttosto qualche danno?

1 P 3:9 Non rendete male per male, od oltraggio per oltraggio, ma, al contrario, benedite; poiché a questo siete stati chiamati affinché ereditiate la benedizione.

Ancora una volta, dobbiamo ricordare che il perdono incondizionato non deriva dal nostro buon cuore, ma dalla grazia che Dio ha mostrato nei nostri confronti per primo in Gesù Cristo:

Rom 4:8  Beato l'uomo al quale il Signore non addebita affatto il peccato».

2 Cor 5:19  Infatti Dio era in Cristo nel riconciliare con sé il mondo, non imputando agli uomini le loro colpe

Or direi che sia impossibile trovare un vero credente che non si rallegrerebbe davanti al perdono incondizionato di Dio nei nostri confronti. Ma esaminando i nostri cuori con sincerità, non è vero che spesso siamo convinti che è giusto e secondo la verità di Dio di imputare o addebitare ai nostri fratelli le loro colpe? Non è vero che facilmente (al minimo) al livello di cuore ragioniamo così: “Finché quel fratello non si umili davanti a me per chiedermi perdono, continuerei ad addebitarlo l’offeso che mi ha fatto”?

Ma cosa dice la Scrittura ispirata da Dio?

1 Cor 6:7 Certo è già in ogni modo un vostro difetto che abbiate fra voi dei processi. Perché non patite piuttosto qualche torto? Perché non patite piuttosto qualche danno?

1 P 3:9 Non rendete male per male, od oltraggio per oltraggio, ma, al contrario, benedite; poiché a questo siete stati chiamati affinché ereditiate la benedizione.

Noi, invece, cosa facciamo? Lasciando completamente da parte tali comandamenti, cerchiamo come alleati la verità e la giustizia di Dio, e ragioniamo così: “Ho ragione io, l’altro ha torto. Chi ha torto deve pagare, perché la giustizia e la verità di Dio esige che il colpevole paga per il suo peccato.”

Ma non è vero che questa giustizia è quella della legge. E non è vero che la lettera uccide? C’è qualcuno qui stamattina che vorrebbe essere giudicato secondo la legge? Cosa dice la legge?

Eb 10:28  Chi trasgredisce la legge di Mosè viene messo a morte senza pietà sulla parola di due o tre testimoni.

Non è vero che insistere che l’altro chiede perdono significa che lo vediamo nel nostro debito? In questi casi, il chiedere perdono diventa un dovuto suo nei nostri confronti? Ma facendo il fratello pagare per il suo peccato, non siamo “scaduti dalla grazia”, come dice Paolo in Galati 5:4. E non è altrettanto vero che Gesù stesso insegna che se noi siamo senza grazia con gli altri, Dio sarà senza grazia nei nostri confronti?

Mt 7:1-2  «Non giudicate, affinché non siate giudicati;  2 perché con il giudizio con il quale giudicate, sarete giudicati; e con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi.

E Giacomo scrive:

Gm 2:12-13  12 Parlate e agite come persone che devono essere giudicate secondo la legge di libertà. 13 Perché il giudizio è senza misericordia contro chi non ha usato misericordia. La misericordia invece trionfa sul giudizio.

In che senso la misericordia trionfa sul giudizio? Paolo spiega:

Ro 3:21-22  Ora però, indipendentemente dalla legge, è stata manifestata la giustizia di Dio, della quale danno testimonianza la legge e i profeti:  22 vale a dire la giustizia di Dio mediante la fede in Gesù Cristo, per tutti coloro che credono.

Conclusione

Or perché ho passato così tanto tempo dimostrando dalla Bibbia queste cose? Vi dico perché! Perché noi credenti evangelici, pur tenendo in alto la verità biblica più di ogni altro gruppo che si chiama “cristiano”, continuiamo a percepire la verità in modo sbagliato.

Troppo facilmente intendiamo la verità e la giustizia ancora nel senso legalistico. Nel nome della verità, cosa facciamo? Convinciamo noi stessi che è giusto di imputare le colpe ai nostri nemici, fino al momento in cui non viene da noi sulle ginocchia chiedendoci perdono umilmente. Ecco, i colpevoli si trattano così!  Ma abbiamo già letto:

Ro 5:8  Dio invece mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.

2 Cor 5:19  Infatti Dio era in Cristo nel riconciliare con sé il mondo, non imputando agli uomini le loro colpe

Ma se io imputo la colpa al mio offensore, dimostro con la mia vita che è il giudizio che trionfa sulla misericordia. Perché la verità è questa: forse quella persona che mi ha offeso non verrà mai da me per chiedere perdono. E allora? Cosa farò in questo caso? Imputerò a lui la sua colpa per tutto il resto della mia vita? Andrò alla tomba con questo giudizio nel mio cuore. Mi metteranno nella bara, e mi seppelliranno con condanna nel mio cuore?

Ma come posso fare altrimenti? Se in realtà l’altro ha torto ma non mi chiede perdono, su quale base posso perdonarlo?

Ef 4:32 Siate invece benevoli e misericordiosi gli uni verso gli altri, perdonandovi a vicenda come anche Dio vi ha perdonati in Cristo. (Vedi anche Cl 3:13).

Ma come Dio mi ha perdonato in Cristo? Ci ha perdonato nella misericordia, che proviene dall’amore. Ma in che cosa consiste l’amore?

1 Gv 4:10  In questo è l'amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che egli ha amato noi, e ha mandato suo Figlio per essere il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati.

Siamo troppo maturi ormai di tornare alla base della nostra fede quando i nostri fratelli ci fanno dei torti e non ci chiedono perdono? Abbiamo superato il bisogno di ricordarci dell’insegnamento fondamentale del vangelo, ossia che noi possiamo amare solo perché Dio ci ha amato per primo? Con quale amore ci ha amato? Con l’amore così grande che quando eravamo ancora senza forza, quando eravamo ancora i suoi nemici, quando eravamo ancora peccatori impenitenti, Dio “ha mandato suo Figlio per essere il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati.”

Non dimentichiamo la nostra salvezza, fratelli e sorelle. Non la dimentichiamo mai, e specialmente quando ci troviamo davanti ad un fratello or una sorella che ci ha fatto qualche torto. Anzi, è proprio in questo momento che abbiamo più bisogno che mai di ricordare il perdono che Dio ha effettuato in Cristo Gesù.

E finiamo con questo pensiero. Se il perdono effettuato in Cristo quando eravamo nemici di Dio era la precisa azione che ci ha dato la possibilità di venire al Signore nel primo posto per chiedere perdono, non può essere altrettanto vero che il nostro perdono nei confronti del fratello colpevole e senza forza possa essere la chiave che apre il suo cuore nei nostri confronti, che lo spinge a venire a noi con umiltà, chiedendoci perdono nel Signore?

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