Ravvedimento nel Vangelo di Luca copia
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Vangelo di Luca
Vangelo di Luca
Il tema del ravvedimento è molto importante nel racconto lucano.
Ed è interessante notare che il Nuovo testamento è ricco del tema del ravvedimento quindi è un tema centrale.
Se notiamo la predicazione di Giovanni il Battista e la predicazione di Gesù, il tema del ravvedimento è fondamentale, perché senza ravvedimento non c’è perdono dei peccati.
Possiamo scorgere il tema del ravvedimento anche nel sermone sul monte quando Gesù nei vari argomenti insegnati stava improntando nel cuore dell’ascoltatore la necessità di un ravvedimento.
Ravvedersi quindi vuol dire prendere una posizione, fare una scelta che determina un cambiamento radicale del cuore, della mente e delle azioni, ravvedersi vuol dire anche riconoscere la condizione di peccato nella propria vita. Quindi c’è un abbandono alla vecchia natura per essere una nuova creatura in Cristo Gesù, salvata e che segue la sua Parola.
In sintesi, possiamo vedere che nel vangelo di Luca si rivolge a persone pentite e non pentite, ossia quei peccatori che riconoscono il bisogno di Cristo e con umiltà che vanno a Cristo, mentre i non pentiti sono coloro che ascoltano ma hanno un cuore duro, arrogante, idolatra e rifiutano l’amore di Dio.
Quindi possiamo sottolineare il fatto che i pentiti riconoscono la condizione di peccato che li rende separati da Dio, mentre invece i non pentiti sono quelli che non vedono la condizione di peccato che li condanna davanti a Dio, quindi il ravvedimento è un fattore di relazione che per mezzo di Cristo si ha con Dio.
Nel vangelo di Luca il ravvedimento non è qualcosa che riguarda il moralismo, ma è un vero allontamento dall’idolatria che nel racconto lucano riguarda una doppia bugia su Dio e su noi stessi.
Luca sottolinea che il ravvedimento è associato alla fede per far parte del regno di Dio, non dipende dal merito umano, ma semplicemente dalla grazia e misericordia di Dio.
Possiamo vedere il ravvedimento in alcuni brani del testo lucano cominciando con Luca 3, vediamo che Giovanni il Battista con il battesimo del revvedimento sta preparando la strada per il ministero di Cristo come profetizzato da Isaia.
E interessante notare che il capitolo 3 inizia con un contesto ben specifico, che rimanda al fatto che il messaggio è indirizzato a tutte le classi sociali, perfino a quelle che si reputano apposto davanti a Dio ( vs 2 Anna e Caiafa ).
Giovanni sviluppa la sua predicazione affermando che la salvezza e per chi ha un cuore ravveduto dai propri peccati.
Quindi vediamo che c’è un bisogno di una alleanza, infatti Giovanni denuncia il peccato che produce una esclusione dal patto di Dio e quindi un separazione da Dio.
E questo porta alla domanda, come posso essere incluso nel patto?
Innanzitutto, c’è bisogno di abbandonare il peccato; in maniera simbolica vediamo che coloro che andavano da Giovanni che amministrava il battesimo del ravvedimento fuori dalla città, doveva allontanarsi dalla quotidianità, fare una scelta, decidere di partecipare al battesimo;
nell’atto battesimale si dichiara professione di fede e richiama l’immagine dell’uomo vecchio sepolto al peccato e che risorge come nuova creatura in Cristo Gesù;
Dopodichè, l’impegno di vivere con un stile di vita che pratica la fede autentica nel Dio dell’alleanza che produce frutto e qui che abbiamo questa immagine contestuale di un ritorno ad uno stile di vita diverso come dei veri figli di Abramo.
E quando succede questo vediamo effettivamente concretizzarsi ciò che proferì Isaia che è necessario preparare la strada e raddrizzare ciò che è storto per poter vedere la salvezza.
Ma c’è anche l’altra faccia della medaglia, l’altro schieramento evidente in Luca, cioè quello degli impenitenti quelli che scelgono di non cambiare.
Costoro sono quelli che si ritengono parte del patto, basato dal loro formalismo, autogiustificazione e ipocrisia che li fa nascondere dietro la maschera dell’avere ABRAMO COME PADRE, quindi fattori come la razza o meriti personali.
Eppure Giovanni li denuncia come vipere, ossia malvagi e Luca riporta in maniera sottile come invece di un vero ravvedimento, in fondo al loro cuore c’e mancanza di frutti del ravvedimento che manifesta invece sottovalutazione, fingimento e autogiustificazione (non cominciate a dire in voi stessi). Quindi c’è una chiamata del battista che dice voi vi siete autoesclusi dal patto con Dio, se volete essere pronti ad incontrare Dio che sta venendo, dovete ravvedervi. ma c’è un respingere la chiamata.
I veri figli di Dio sono quelli che manifestano una fede autentica, preceduta da una scelta autentica e chi non si ravvede il giudizio è pronto.
Un altro brano che richiama il tema del ravvedimento e in luca 5,27-32, la chiamata di Levi.
Vediamo che il ravvedimento richiama al fatto di rinoscersi malati e farsi curare, stesso Gesù che si rivolge ai peccatori.
Dal testo vediamo che Gesù notò Levi, un pubblicano sinonimo di peccatori che vengono esclusi dal popolo perché considerati dei traditori, di solito seduti al banco delle imposte e quindi considerati dei disonesti.
Vediamo dal brano che c’è una chiamata efficace da parte di Gesù, e notiamo l’azione di Levi alla chiamata, ovvero l’abbandono di quel posto di privilegio e con grande gioia segue Gesù. Quindi vediamo che c’è un ravvedimento, una risposta ed uno spirito di gratitudine facendo una festa.
Vediamo che Gesù e i discepoli mangiano insieme ai peccatori e questo porta un mormorio, un fastidio tra i farisei ( vs 30) che nel loro modo di fare stanno dichiarando che chi mangia con i peccatori sta trasgredendo la legge, quindi anche Gesù.
Ma Gesù da una saggia risposta, data dal fatto che Levi non è più un peccatore, Levi si è ravveduto ha accettato Gesù, lui è già un suo discepolo, verso i farisei e gli scribi dicendo “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, bensì i malati.” quindi a chi è rivolta la risposta e chiamata a farsi una autovalutazione se sono realmente giusti davanti a Dio.
Ma è da porsi la domanda intrinseca nella risposta di Gesù: chi può sentirsi sano, da non dover ricevere le cure?
Quindi il ravvedimento è la risposta alla missione di Gesù.
Ravvedersi richiede tre cose: consapevolezza della relazione rotta con Dio che necessita di un intervento risolutivo, l’intervento avviene per via di una cura che ripristina la salute, ed infine colui che opera la cura e solamente Gesù.
Quindi cosa dice Gesù che è necessario per ravvedersi? Innanzitutto bisogna ascoltare la voce di Gesù, comprendersi ammalati e ricevere le sue cure, altrimenti non è possibile avere una relazione ripristinata con Dio.